Fabrizio Bartoccioni, Presidente della Fondazione Vertical, visita il laboratorio Spinal

Fabrizio Bartoccioni Presidente della Fondazione VERTICAL

Il 18 giugno 2013 Fabrizio e Claudio Bartoccioni della Fondazione Vertical sono venuti in visita al Laboratorio SPINAL di cui sono stati importanti sostenitori con un generoso finanziamento erogato in tranches successive dal 2008 al 2011.
L’unico ritorno per chi dona è la verifica dell’efficacia della propria azione. La ricompensa di tutto il lavoro svolto per la raccolta fondi sta proprio nel veder crescere la speranza, concretamente, di una possibile soluzione al complesso problema costituito dalla lesione del midollo spinale.
Ecco quindi l’importanza di un giro “ricognitivo” dei laboratori che sono stati e sono ancora finanziati da parte di Fabrizio Bartoccioni, Presidente di Vertical.
Il primo incontro Vertical l’ha voluto fare con il Laboratorio SPINAL. L’incontro si è svolto nei locali che ospitano i set up del laboratorio e dove Fabrizio ha potuto guardare con i suoi occhi i preparati sperimentali con cui lavorano i ricercatori.

Il finanziamento di Vertical è stato impiegato in diverse direzioni tutte ugualmente vitali: per arricchire le attrezzature già ottime del laboratorio, per acquistare potenti PCs ed avanzati softwares di analisi matematica, per portare i dati e i risultati del laboratorio nei più importanti congressi internazionali, per brevi soggiorni professionali di collaborazione scientifica in laboratori internazionali, per la pubblicazione di articoli scientifici. Non si è trattato quindi di finanziare un ricercatore ma di sponsorizzare un laboratorio nuovo completamente dedicato alla ricerca sulle lesioni del midollo spinale e per arruolare nuovi e promettenti giovani talenti.

Fabrizio Bartoccioni si è quindi informato sulla prosecuzione dei lavori intrapresi dal laboratorio, sui progressi e sui progetti.

Giuliano Taccola, ricercatore SISSA e incaricato della direzione del laboratorio di ricerca di base collocato all’interno dell’ospedale Gervasutta di Udine dove c’è anche la sezione riabilitativa dell’Unità Spinale, ha illustrato le linee di ricerca attuali del laboratorio Spinal che sono principalmente quattro:

1- La stimolazione elettrica del midollo spinale con protocolli innovativi. E’ la linea di ricerca che ci permette di collaborare con la parte clinica. Non mi riferisco solo a Udine ma anche a centri europei che si occupano di elettrostimolazione al midollo spinale.

2- Lo studio della farmacologia del midollo spinale. Il nostro modello sperimentale è utilizzato per capire meglio come sostanze chimiche endogene, come neurotrasmettitori o farmaci di sintesi, sono in grado di modulare l’eccitabilità e l’attività delle reti neuronali per la locomozione.

3- Lo studio dell’organizzazione delle reti locomotorie nel midollo spinale quindi il ruolo dei diversi tipi di cellule nella determinazione dell’attività del midollo spinale.
La comprensione di tale organizzazione potrebbe rispondere a domande essenziali tuttora irrisolte e permetterebbe di ricostruire l’organizzazione funzionale del midollo spinale. Anche in previsione di un trapianto cellulare, cosa che noi non facciamo, o di altre terapie di questo tipo è necessario conoscere come questi elementi si relazionano tra di loro.

4- La comprensione dei meccanismi spinali che determinano lo sviluppo del dolore neuropatico. A questa ricerca ha dedicato la sua tesi, interamente svolta nel nostro laboratorio, Nejada Dingu, una studentessa dell’Università di Udine che adesso si trova all’Università di Lovanio per due mesi di studio e ricerca. Nei nostri modelli di base cerchiamo di affrontare alcune domande, alcuni meccanismi elementari e la collaborazione con il laboratorio belga ci permette di testare le nostre idee su modelli preclinici, di cui il nostro laboratorio non dispone.

Anche lo studio delle reti locomotorie è uno studio che facciamo per comprendere il funzionamento dell’insieme, non deve essere visto come una ricerca svolta solo nel tentativo di tornare a camminare. Capire come funziona la rete locomotoria ci permetterebbe di capire meglio l’organizzazione delle altre reti neuronali del m.s. Considerando che ogni movimento ritmico sembra avere un suo proprio CPG, un suo proprio circuito spinale, è molto probabile che le conoscenze del circuito della locomozione possano essere traslate come prototipo anche per la comprensione degli altri sistemi: le reti neuronali che sono alla base di alcuni riflessi viscerali, di alcune funzioni corporali, la respirazione… sono reti disposte fisicamente in posti diversi, hanno alcune caratteristiche specifiche e differenze importanti però i meccanismi funzionali alla base sembrano essere comuni e sono ugualmente inesplorati.

Fabrizio: Quali sono le fasi di realizzazione del programma del laboratorio?

Giuliano: In questi anni, grazie anche allo sviluppo tecnologico che anche Vertical ha reso possibile tramite l’acquisizione di apparecchiature all’avanguardia e il reclutamento di persone di talento del territorio e altre che sono arrivate asteroidale, il laboratorio ha raggiunto un ottimo livello per quanto riguarda l’elettrofisiologia, la tecnica di nostra pertinenza. Da una parte vogliamo capitalizzare questo nostro vantaggio e cercare di contare su persone che diventino sempre più capaci nella comprensione più fine dei meccanismi cellulari e sinaptici, dall’altro lato sentiamo forte la responsabilità, proprio per il posto in cui lavoriamo, di provare a finalizzare le nostre osservazioni in un qualcosa che possa avere un’utilità, una applicabilità.
Caratteristiche di questo laboratorio sono la mobilità e l’apertura, non solo geografica, senza la paura di scontrarsi con quello che non si sa anzi, cercando occasioni di incontro con diversi ambiti di formazione…
Per quanto riguarda la mobilità, oggi Nejada Dingu è a Lovanio, tra un mese Vladimir Rancic partirà per Edmonton per lavorare con il professore canadese da cui ero stato nel 2004 e 2010 e avrà la possibilità di utilizzare strumenti che qui non abbiamo.

Fabrizio: quali sono i vostri finanziatori?

Giuliano: la Regione Friuli Venezia Giulia e l’Azienda Ospedaliera, quest’ultima attore del progetto, ci sostengono. Lo sforzo che l’Associazione Tetra-paraplegici regionale fa è preziosissimo.
Il laboratorio è gestito in maniera oculata e sufficientemente stabile perché nella partita ci sono due attori importanti come la SISSA e l’Azienda Ospedaliera, il tutto incastonato nell’aiuto che la Regione ci ha dato come start up. Al momento stiamo lavorando con serenità di programmazione anche perché c’è una previsione di relativa stabilità delle persone attualmente coinvolte nel laboratorio: Francesco Dose dovrebbe rimanere qui 4 anni, Vladimir Rancic i prossimi 3. Poi altre persone arriveranno avendo la possibilità di svolgere qui il dottorato SISSA in Neurobiologia.

Altri privati finanziatori sono quelli nominati nei ringraziamenti degli articoli dove generalmente il nome di Vertical è in cima alla lista, poi ci sono fondazioni come Messina di Genova, la Hypo Bank, la FAIP e una costellazione di donazioni locali di pro loco o altri eventi che tamponano necessità improvvise per certi tipo di spese.
Anche il finanziamento di Vertical, benché seguito e formalizzato, è stato un contributo libero, svincolato, che ho avuto la possibilità di destinare all’inizio dell’anno come più era necessario.
Se ritenevo importante per il laboratorio andare a un congresso, partecipare ad evento, pubblicare, acquistare un’apparecchiatura, ho potuto farlo con una relativa tranquillità ovviamente poi formalizzando e allegando tutta la documentazione delle spese sostenute come è stato fatto alla fine di ogni anno.

Cochecito n.21 – Anno 2008 A questo link si trova la comunicazione del primo incontro svoltosi a Trieste nel giugno del 2008 tra Vertical e l’allora direttore della SISSA

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Il sito della Fondazione Vertical

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