Pubblicato un articolo del primo lavoro di  Nejada Dingu

“Electrical stimulation able to trigger locomotor spinal circuits also induces dorsal horn activity”

La stimolazione elettrica capace di attivare i circuiti locomotori spinali puo anche evocare l’attività delle corna dorsali

E’ il primo articolo di Nejada, frutto di una collaborazione internazionale, accolto dalla rivista della società medica internazionale di neuromodulazione. I nostri studi di elettrostimolazione su preparati di base saranno letti da persone che impiantano dispositivi chirurgicamente ogni giorno.

Nejada Dingu Ronald Deumens Giuliano Taccola

Nejada Dingu Ronald Deumens Giuliano Taccola

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E’ un articolo a tre firme, il primo è quello di Nejada Dingu, di Giuliano Taccola, e quello di Ronald Deumens che ha seguito la fase di analisi dei dati. Il lavoro si incentra sugli effetti sul midollo dorsale di una ripetuta stimolazione elettrica: normalmente stimoliamo la radice dorsale per valutare la risposta locomotoria nell’area ventrale, in questo caso abbiamo utilizzato una stimolazione dorsale, con treni di stimolazione tradizionale, in grado di attivare la locomozione fittizia e Nejada ha registrato anche da una radice dorsale.

Eravamo interessati a vedere come rispondeva il midollo dorsale alla prolungata stimolazione elettrica ripetuta per circa 45 minuti

Il risultato?

Quello che abbiamo visto è che una stimolazione elettrica prolungata in grado di evocare l’attività del network locomotorio genera anche un aumento di eccitabilità a livello del network dorsale, questo potrebbe tradursi in un cambiamento di come gli stimoli dolorifici raggiungono il midollo spinale.

Nel senso che il dolore diminuisce o aumenta?

La stimolazione produce un aumento dell’attività dei network dorsali. L’aumentata eccitabilità potrebbe corrispondere sia ad un aumento che a una diminuzione del dolore. Lavorando con il midollo spinale isolato non abbiamo una misurazione della soglia dolorifica.

Che importanza ha o può avere questa osservazione?
Per esempio che anche una stimolazione epidurale sperimentale per il recupero della postura eretta dovrebbe tenere conto di queste valutazioni perché, avendo dimostrato che c’è una alterazione dell’integrazione degli impulsi a livello dorsale, sarebbe necessario capire se ne consegue una variazione della percezione sensoriale e dolorifica 

Nello stesso tempo è necessario ripensare i protocolli di stimolazione per evocare l’attivazione del cpg in modo che l’effetto non coinvolga anche i network dorsali.

Poiché abbiamo mandato questo articolo alla  rivista  ufficiale della società internazionale di Neuromodulazione ci siamo confrontati con esperti che hanno una lettura prettamente clinica.

Copertina di un numero di Neuromodulation

Copertina di un numero di Neuromodulation

La domanda che probabilmente si sono fatti sarà stata: come potrebbe diventare utile questa informazione a un medico anestesista e che impianta di routine simili dispositivi?

Le nostre pubblicazioni quest’anno si sono rivolte soprattutto a società ed un pubblico prevalentemente medici: è il risultato di un percorso che è nato dal momento in cui mi sono trovato all’interno di una struttura ospedaliera e mi sono chiesto come la ricerca di base possa essere di supporto, di interesse per l’ambiente clinico.  E’ un processo molto complesso perché la possibilità di tradurre i risultati della ricerca di base in un ambito clinico presuppone una struttura complessa in termini di persone, una massa critica adeguata e competenze diverse.

Abbiamo trovato un pubblico clinico, rappresentato dalle riviste di società mediche, che invece si sono mostrate molto interessate ai nostri contributi facendo anche osservazioni e interpretazioni che a noi sfuggivano.

Con questa pubblicazione restituiamo a Nejada la piena soddisfazione di tutto il lavoro svolto in questi ultimi due anni, lo sforzo profuso presenta qualcosa anche per il suo futuro a dimostrazione di quanto ha fatto.

NEJADA DINGU

Era parte del lavoro già iniziato durante la tesi, di cui abbiamo esteso l’analisi e che quindi ha preso un suo peso autonomo.

Veder pubblicato un articolo sul tuo primo lavoro, a distanza, che effetto fa?
Un bel effetto, mi fa piacere che sia stato pubblicato perché vedo concretizzato un lavoro.

Un lavoro importante? Di che cosa stiamo parlando?
Sono stati i primi esperimenti che ho fatto qui a Spinal, prima di iniziare il progetto con BIKE e il  movimento passivo. Stavo facendo esperimenti in cui utilizzavo solo la stimolazione elettrica per attivare il CPG locomotorio e in quella occasione abbiamo deciso di osservare gli effetti della stimolazione elettrica a livello dorsale.

A chi è venuta l’idea di controllare gli effetti a livello dorsale?
E’ stato Giuliano, non so bene come sia iniziato il progetto. Quando sono arrivata qui si parlava appunto di valutare anche il compartimento dorsale e io mi ci sono dedicata.

Quando avete deciso di pubblicare i dati raccolti?
La cosa era nell’aria da un po’. Avevamo questi risultati e volevamo cercare di pubblicarli perché non andassero persi. Sono i risultati di una osservazione che nessun altro ha fatto.

Qual è stata l’importanza della collaborazione con Ronald Deumens per la produzione di questo articolo?
Ci ha aiutato ad interpretare i dati perché la parte somatosensoriale e dolorifica sono il suo ambito specifico di ricerca.

E’ una soddisfazione e una spinta ad andare avanti.

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